Il battesimo di fuoco di Notre Dame e le acque dell’Eufrate

Il battesimo di fuoco di Notre Dame e le acque dell’Eufrate

16 Dicembre 2019 0 di Timoteo Lauditi

Il rogo del 15 aprile 2019 all’Ile de la Cité ha non solo lasciato senza parola milioni di persone che assistevano inermi in via diretta o per remoto la distruzione scioccante della cattedrale parigina; ha anche lasciato un desolante vuoto davanti alla perdita di questo patrimonio dell’umanità;
Un dolore per la perdita di un simbolo antico quasi 9 secoli, come se con la sua distruzione, finisse una civiltà.

Forse in questo momento è da ricordare cosa simboleggia la cattedrale di Parigi, come tutte quelle del mondo della cristianità: È la testimonianza che una volta esisteva la fede sulla terra. Gli abitanti di Ile de la Cité usavano andare a messa nella loro cattedrale per adorare il loro dio, come altri lo facevano nella rispettiva chiesa locale.

La domanda composita che mi si è presentata mentre osservavo le facce dispiaciute in TV e mentre leggevo i commenti funesti su internet è questa: Questo dispiacere per un simbolo religioso cosi gigantesco che va in fumo, è perché si va perdendo un valore religioso culturale? è per la perdita del valore artistico? Le persone sono allibite per la vastità del rogo? Il dolore è solo circostanziale? o ci tengono veramente a quel che rappresenta la cattedrale? Quanti di questi vanno a messa settimanalmente per sostenere moralmente e religiosamente la propria tradizione? Quanto è vero il dolore manifestato?

Proprio la Chiesa Cattolica in Francia, negli ultimi decenni ha subito un calo vertiginoso dei fedeli. I fuoriusciti sono una folla innumerevole come un fiume in piena che deborda. E anche in altri paesi la chiesa registra continue fuoriuscite di sostenitori.

Solo il 14 marzo scorso (2019) si leggeva che il politologo Jerome Fourquet riportava in un suo studio che nemmeno il 4% dei francesi cattolici va a messa, e diceva che il cattolicesimo in Francia è al suo stadio terminale. (http://www.occhidellaguerra.it/francia-chiesa-malata/). Italia Oggi ha scritto che “c’è una scristianizzazione crescente, che sta conducendo alla ‘fase terminale’ della religione cattolica”. https://www.italiaoggi.it/news/francia-la-chiesa-e-ammalata-2342846

La Bibbia in Rivelazione (o Apocalisse) menziona la continua perdita di gente che la cristianità avrebbe subito. Riprende un fatto singolare della caduta dell’impero di Babilonia indicando che le acque dell’Eufrate, che proteggevano la città di Babilonia, furono deviate perché i medi e i persiani guadassero a piedi il letto del fiume per far capitolare la città che “dominava regina sui popoli”, e in Rivelazione 16:15 indica che le acque su cui siede la città, rappresentano popoli, folle e nazioni. Dunque quel che sta succedendo al mondo della cristianità presagisce un finale simile a quello dopo il calo dell’Eufrate.

Allora, se solo il 4% dei francesi va a messa, il dispiacere per cos’è? Non per gli “800 anni di storia persa in un attimo”, come hanno commentato giornalisti e politici. Ma si sono persi veramente 800 anni di storia?

Io credo che la storia non si sia persa. La storia non si può perdere in un incendio. Si sono persi mattoni, travi, opere d’arte che avevano otto secoli addosso. Ma la storia è rimasta. E con essa anche i roghi che venivano appiccati davanti a quella cattedrale e ad altre in Europa per bruciarvi i protestanti, gli “eretici”, che distribuivano e studiavano la Bibbia in un mondo cattolico che lo proibiva, cioè per bruciare coloro che la fede l’avevano così forte, tanto da rischiare la propria vita. Allora c’era la fede, e i roghi allora erano fuori dalle cattedrali. Quei fedeli avevano subito il battesimo del fuoco e la loro fede aveva superato la prova.

Per quanto possa far male vedere tanta opera d’arte andata in fumo, il dispiacere sincero per cosa dovremmo manifestarlo? La nostra fede supererebbe la prova del fuoco? o assomiglierebbe a Notre Dame de Paris? Hanno detto che si può ricostruire, ma che ci vorranno decenni. Per ricostruire o rafforzare la nostra fede, forse non abbiamo decenni davanti. Le calanti acque dell’Eufrate lo stanno provando.

Timoteo Lauditi, 16.4.2019