TRA QUEI VICOLI STRETTI

TRA QUEI VICOLI STRETTI

2 Luglio 2019 0 di Timoteo Lauditi

Ah l’amore! Le fughe, i nascondigli, i batticuori, la fretta dei minuti contati. Cosa si fa pur di ricevere un bacio interminabile.


TRA QUEI VICOLI STRETTI

Tra quei vicoli stretti
camminavo in fretta
in quel meriggio di prima estate,
guardando in su verso i tetti
di quelle case appollaiate
sul dorso di quel borgo,
che tra loro già accordate
si burlavano di me.

Inseguivo impaziente
coi miei occhi le persiane
a quell’ora un po’ socchiuse,
mentre queste dispettose
sorridevano scherzose,
e pensavo, ti schermassero da me.

Quel cielo che spuntava,
così celeste e così lucente,
tra tetti e parapetti,
costringeva la mia mano
a dar riposo agli occhi
che speravano di lì a poco
di specchiarsi in quelli tuoi.

Ti cercavo con lo sguardo
tra le grate dei portoni,
pregando che spuntasse
dalle ombre quel sorriso
che il tuo volto porta avvolto.

Si udiva scivolare in aria
tra le gelosie e le persiane
un bisbiglio di voci,
da quei muri e quei mattoni
lor malgrado testimoni
del mio amore un po’ beffato.

Quel rumore di quartiere
e quel ridere di gente,
il mio cuore ammutoliva
col suo ritmo accelerato,
tanto forte era il tonfo
che scagliava nel mio petto.

Ora un bimbo che gridava,
ora un cane che abbaiava,
un portone che sbatteva
e il tempo che fuggiva.

Tra quei vicoli stretti
di quelle case appollaiate
ho sognato d’incontrarti
un meriggio di prima estate.

Fremevo per quel rosso
delle labbra col rossetto
per levartelo di dosso
con un bacio lungo un lustro.

Timoteo Lauditi, 2 luglio 2019
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